I am a leader!
Ballare e ascoltare
Esatto, siete leader, ossia la persona che sceglie il ruolo di guida nel ballo. Ben fatto, ma qui arriva la domandona: condurre la danza è il vostro unico impegno? Certamente, questo onere l’avete, per vostra stessa scelta, ma a voler fare i pignoli dovremmo ammettere che esistono diverse attenzioni da portare in pista, che aiutano a migliorare sia la vostra performance che il piacere del vostro ballo di coppia.
Essere leader consapevole delle proprie possibilità e abilità, oltre che permettervi di scalare i gradini del merito e della soddisfazione, vi offrirà l’occasione migliore di tutte: quella di godervi a pieno il ballo, divertirvi e renderlo unico ogni volta. Come fare? Partiamo da un principio basilare: chi è leader deve saper ascoltare, sentire.
“Sentire cosa?”, chiederete. Innanzitutto la musica, e fin qui tutto quasi scontato, ma se ci dovessimo focalizzare su chi è follower? Qui si apre un mondo! Come leader, imparare a sentire ed ascoltare il/la partner di ballo fa davvero la differenza, e non è così automatico come parrebbe (non lo sarebbe nemmeno saper ascoltare la musica, a dire il vero, che resta, comunque, una componente fondamentale della nostra esperienza danzante). Per capirci meglio seguiteci, che andiamo a togliere un po’ di nodi al gomitolo.
ASCOLTARE LA MUSICA. Ce lo insegnano i musicisti, la nostra esperienza diretta sul campo, le lezioni che abbiamo seguito, i workshop dedicati e via andare: sentire la musica è fondamentale e gioca un ruolo quasi assoluto nel migliorarci in pista, o nella più semplice interpretazione del ballo. Superfluo dire che senza la musica non si ballerebbe nemmeno. Quindi, leaders, primo imperativo è ascoltarla e saperla ascoltare. Accoglietela con la dovuta attenzione mentre ne fate un ascolto di piacere, cercate diversi brani attraverso le piattaforme web o perdetevi nel collezionismo, indagatene le strutture mentre studiate nuovi steps, prestate l’orecchio alle improvvisazioni delle band, fatela sempre un po’ vostra. Magari, affezionatevi al suono di uno strumento, e provate a ballarci su mentre lo “isolate” dal resto della canzone in diretta. Non a caso, la musica è (al tempo stesso) sia la base che il rinforzo alla nostra danza, quindi accompagnerà e sosterrà sempre il vostro stile sul dance floor che condividerete con altre persone.
ASCOLTARE CHI È FOLLOWER. Come abbiamo scritto, qui si apre un ventaglio di dettagli. Chiunque scelga il ruolo di follower è insieme partner, persona, interprete e corpo in movimento, un magma incessante di soggettività e oggettività che partecipa alla vostra performance, avendone però una tutta sua. Ballare crea un contatto, e creare un contatto veicola energie che si trasmettono da un individuo all’altro che non sono assolutamente mute: per questo motivo, imparare a sentire chi è follower diventa parimenti importante per migliorare anche le proprie tecniche di ballo.
Veniamo ora ai concetti che vi hanno stampato un punto interrogativo in fronte: cosa vuol dire ascoltare il/la partner? Innanzitutto, chi è follower possiede delle “meccaniche”, semplificabili come mere tecniche di movimento diverse da ciascuno a ciascuno, che si spiegano nelle sue abilità o tendenze al ballo, e abitudini nelle movenze: può sentirsi più a suo agio nell’eseguire una figura piuttosto che un’altra ("invitandovi" a guidare una dinamica magari non preferita da un'altra persona), o -meglio ancora- o tendere più spesso a certi movimenti, grazie ai quali il suo ballo diviene più fluido e personalizzato. Queste “impostazioni” sono trasmesse spesso molto chiaramente alla guida, che può imparare ad assecondarle, essendo questi anche dei meccanismi che scaturiscono limpidamente dalla personalità della/del follower, altro elemento che ci interessa da molto vicino.
Esattamente, perché la personalità è un fattore che incide sul vostro ballo: il modo in cui sorride o si lascia andare, l’atteggiamento energico, o elegante, più o meno elastico o liscio col quale caratterizza il suo modo di danzare, come e se interpreta un ballo col corpo ed il viso, e via andare. Tutte queste particolarità (estremamente individuali), sono pura e “atavica” espressione di chi danza con voi e, sebbene spesso chi è follower si adatti alla personalità di chi è leader che guida le dinamiche dettate dalla propria soggettività, la strada migliore si esprime nel mezzo, dove le caratteristiche dei due danseurs possono venirsi incontro con pari intensità. Detto altrimenti: leader, lasciate che il/la partner si esprima tanto quanto voi!
Bene, abbiamo scritto che il ballo è costante scambio di personalità ed energia, di meccaniche e soggettività; cosa ne deriva? Uno scambio, anche di sicurezze. Chi segue, infatti, nella sua espressione di ballo e movimento corporeo, esterna anche una necessità di comfort a due facce: psicologico e fisico. Per esempio, può non accettare alcuni stili o scelte di guida, e questo atteggiamento (che è chiaramente il risultato di una preferenza emozionale), si manifesta attraverso il linguaggio del corpo, che chi guida deve imparare a percepire. Oppure, chi segue può avvertire mancanza di sicurezza nell’eseguire un dato movimento, perché una guida troppo energica è percepita pericolosa, o a causa di una sfiducia nelle proprie movenze (magari anche nelle vostre!); perciò, come nella vita quotidiana non forzereste qualcuno ad una situazione disagevole e scomoda, anche nel ballo è improduttivo spingere chi è follower al di fuori di una comfort zone che, per qualsiasi motivo, sceglie di mantenere. Difficilmente saprà dirvi con schiettezza “Ehi, questa cosa non mi piace!”, ma col corpo sarete in grado di cogliere un messaggio simile; perciò abbiatene cura, avvertitelo, e così rispetterete anche la vostra performance. Sentirsi a proprio agio nel ballo di coppia permetterà a entrambi di sentirsi più sciolti, condividendo così un'esperienza sicuramente più piacevole.
Ultime, ma non meno importanti, le variazioni. Le variazioni sono il risultato della sicurezza fisica e psicologica di un partner di ballo, della sua personalità e delle sue meccaniche individuali; sono il momento in cui si sente libertà e convinzione di "dirla modo suo". Come leader, potete ascoltare questi attimi in diversi modi: potete giocarci, rispondendo all’idea che chi vi segue esprime in pista; potete cercare il più possibile di guidare una particolare variazione, avendo magari acquisito le informazioni sulla personalità dell'altra persona (come si è scritto sopra); oppure potete eseguire una vostra interpretazione che va a completare quella di chi danza con voi mostrando attenzione, incitando una sua risposta. In questi casi, ascoltare il/la partner significa anche sentire il suo bounce, e accompagnare la sua espressività nel trovare lo spazio che state aprendo e lasciando libero, nel quale chi è follower potrà trovare il proprio protagonismo, e senza il quale la vostra esperienza di ballo sarebbe certo diverso, magari "incompleto".
Leaders, ecco che, allora, il vostro compito non è solo quello di guidare, ma anche quello di sentire (percepire con empatia, ma anche con l’orecchio giusto) il momento presente e la persona con cui condividete una passione. Inoltre, cosa si può dire del vostro stile personale? Di sicuro migliorerà dal momento in cui sarete ricettivi a tutti questi elementi, meccanismi che (sempre e soprattutto!) vi permetteranno di mantenere fede alla parola d’ordine del lindy hop: divertimento puro!
Samanta (Fosca)
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